Cap. 1 L'educazione di Joker
da "Il grande viaggio di Frizza"
Un'avventura ispirata al Convegno FISIG 2023
C'era una volta una bambina di nome Frizza, che amava esplorare il mondo intorno a lei e scoprire sempre cose nuove. Un giorno, mentre camminava nel parco, sentì una voce dentro di sé che le disse: "Io, Noi, il Mondo!".
Era come se il mondo intero stesse parlando con lei in quel momento. Frizza era sempre stata curiosa e desiderosa di imparare, e così decise di approfondire questa sensazione. Scoprì che il gruppo poteva essere uno strumento terapeutico potente per connettersi al mondo in un'ottica gestaltico-integrata. Iniziò a partecipare alle costellazioni familiari fenomenologiche e a sperimentare la magia del numero tre. Ma la vita non era sempre facile per Frizza. La sua famiglia era in guerra per amore, e lei sentiva il peso di questa lotta ogni giorno. Fu allora che la psicoterapia della Gestalt nei Patti Educativi di Comunità entrò in gioco, aiutandola a superare i suoi conflitti interni. Frizza imparò anche la tecnica del collage in psicoterapia della gestalt espressiva, utilizzandola per esplorare i suoi “RI-tagli di me”. Si ispirò al film Joker di Todd Philips e al suo rapporto con la follia, e iniziò a esplorare l'etnopsicoterapia fenomenologica.
Un giorno, Frizza decise di partire per un lungo viaggio. Preparò i suoi bagagli e si imbatté in un’esperienza che la portò a ritornare bambina: la terapia del gioco per comprendere sé stessa. Scoprì la bellezza di passare dalla sedia vuota alla sedia piena e di sperimentare la Fisher and Hoffman Process.
Con il tempo, Frizza imparò a guardare sé stessa attraverso lo specchio del rispecchiamento e della riflessione, tra lo spazio interno e il mondo esterno. Ascoltò le voci dal futuro e svelò le trame familiari. Scoprì anche che il suo corpo raccontava una storia e che ogni parte di esso aveva un colore e un significato unici.