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Incontrarsi al Confine di Contatto: Neuroscienze e Psicoterapia della Gestalt

Autore: Dr. Enrico Moretto

Il confine di contatto è un concetto chiave nella psicoterapia della Gestalt, introdotto da Perls, Hefferline e Goodman (PHG) nel 1951 [1]. Esso descrive l’interazione dinamica tra l’individuo e l’ambiente, dove avvengono scambi fisici e psicologici. La terapia della Gestalt utilizza questo concetto per esplorare come le persone si relazionano con questo confine e l’ambiente, promuovendo una consapevolezza più profonda delle esperienze e bisogni individuali.

L’approccio proposto da PHG ha aperto nuove prospettive nella comprensione del sentire. Questa visione è supportata da studi neuroscientifici, come quelli di Antonio Damasio [2], che offrono un’importante prospettiva neurobiologica [3]. Damasio sottolinea il ruolo delle emozioni e del corpo nel sentire, introducendo il concetto di marcatori somatici [4]. Questi sono connessioni tra esperienze emotive e reazioni fisiche, fondamentali per le nostre scelte e comportamenti.

Damasio [5] distingue tre aspetti del sentire: interocezionepropriocezioneesterocezione.

L‘interocezione si riferisce alla percezione delle sensazioni interne del corpo, alle sensazioni viscerali come la fame, la sete, la fame d’aria, la percezione del battito cardiaco, la sensazione di sazietà, la temperatura cutanea e corporea. Attraverso l’interocezione, siamo consapevoli delle condizioni interne del nostro organismo. Gli organi interni, come il cuore, i polmoni, lo stomaco e l’intestino, inviano segnali al sistema nervoso centrale attraverso una rete di nervi specializzati. Questi segnali interocettivi vengono elaborati dal cervello, che ci permette di interpretare e rispondere a queste sensazioni interne. L’interocezione è correlata alle nostre consapevolezze emotive preverbali o protoemozioni, che precedono tutte le altre a livello filogenetico ed ontogenetico e che non richiedono necessariamente il linguaggio per essere espresse o identificate. A questo stato corrisponde una consapevolezza primordiale che può essere distinta principalmente in piacevole o spiacevole. 

La propriocezione si riferisce alla consapevolezza e alla percezione dei movimenti e della posizione del corpo nello spazio. È il senso che ci consente di percepire la posizione delle nostre parti del corpo, la tensione muscolare, il movimento articolare e la coordinazione motoria senza doverli guardare. La propriocezione ci fornisce un senso di coscienza corporea e ci permette di avere un’immagine mentale del nostro corpo e delle sue parti. La propriocezione coinvolge l’attività dei recettori situati nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni, che inviano segnali al sistema nervoso centrale per informarlo sulla posizione e sul movimento del corpo. Questi segnali vengono elaborati dal cervello, consentendoci di avere un senso accurato della nostra posizione corporea nello spazio.

L’esterocezione si riferisce alla percezione delle informazioni provenienti dall’ambiente esterno attraverso i nostri sensi, come la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’olfatto. Questi sensi ci permettono di percepire il mondo che ci circonda e di interagire con esso. L’esterocezione è fondamentale per la nostra capacità di comprendere e interpretare il contesto in cui ci troviamo. Ci permette di percepire oggetti, suoni, temperature, odori e texture, e di adattarci alle richieste e alle sfide dell’ambiente esterno. I diversi sensi dell’esterocezione lavorano insieme per creare una rappresentazione multisensoriale del mondo. Ad esempio, l’udito e la vista collaborano per identificare la posizione di una fonte sonora, mentre il tatto ci permette di esplorare la superficie e la consistenza degli oggetti che tocchiamo. L’integrazione armoniosa tra propriocezioneinterocezione ed esterocezione ci consente di avere una comprensione completa e unificata dell’esperienza corporea e sensoriale. Questi tre aspetti interagiscono tra di essi per creare la nostra consapevolezza e la nostra percezione del mondo e di noi stessi.

L’integrazione di questi aspetti fornisce una comprensione completa dell’esperienza sensoriale.

Un altro parallelo tra la teoria di Damasio e la GT si può riscontrare nel concetto di ciclo del contatto, che, secondo PHG, corrisponde al movimento ciclico dell’esperienza umana, in cui l’individuo entra in contatto con l’ambiente, elabora le esperienze, integra le sensazioni e le emozioni, e quindi compie azioni o espressioni basate su questa esperienza. Questa visione ciclica dell’esperienza trova il suo fondamento neurobiologico negli studi di Damasio [6]. Infatti in quest’ottica il sentire non corrisponde solo ad un’esperienza ‘cosciente’, ma arriva alla coscienza in ritardo, in seguito ad un processo di ascolto multilivello che potremmo definire “a partire dal profondo” dell’esperienza corporea. È utile quindi distinguere attraverso i termini inglesi consciousness e awareness le due esperienze del vivere nel corpo la coscienza interocettivapropriocettiva e esterocettiva – come viene definita in GT: “ES”, che corrisponde alla prima fase del ciclo del contatto o “sensazione e percezione” – dalla presa di coscienza o “awareness” che è il risultato dalla messa in atto del bisogno cosciente dell’individuo in relazione all’ambiente. Questa esperienza, in GT, viene definita contatto e avviene nell’interazione dei processi del sentire che modulano la coscienza, continuamente. Di fatti in quest’ottica, la consapevolezza (awareness) è sempre “consapevolezza di…”, ovvero è il risultato dell’esperienza di contatto e di raggiungimento di un nuovo processo omeostatico.

In conclusione, la consapevolezza di questi aspetti sensoriali risulta fondamentale in GT come nell’approccio fenomenologico. La comprensione e l’integrazione di propriocezioneinterocezione ed esterocezione offrono infatti una base per esplorare il sentire in un’ottica gestaltica, collegando mente, fisicità e ambiente in un approccio olistico.

Bibliografia

[1] Perls, F., Hefferline, G., & Goodman, P. (1951). Gestalt therapy. New York64(7), 19-313.

[2] Damasio, A. (2003). Feelings of emotion and the self. Annals of the New York Academy of Sciences1001(1), 253-261.

[3] Dong, D., Gu, L., Liu, T., & Chen, W. (2023). Consciousness originated from interoceptive feelings: Feeling & knowing: making minds conscious, by Antonio Damasio, Pantheon Books, New York, 2021, 256 pp. $16.99 (hbk), ISBN 9781524747558.

[4] Damasio, A. R. (1996). The somatic marker hypothesis and the possible functions of the prefrontal cortex. Philosophical Transactions of the Royal Society of London. Series B: Biological Sciences351(1346), 1413-1420.

[5] Damasio, A. (2003). Mental self: The person within. Nature423(6937), 227-227.

[6] Damasio, A. (2012). Emotions create our preference: the somatic marker hypothesis. Neurorelay. Recuperado de: http://neurorelay. com/2012/05/15/emotions-create-our-preferences-the-somatic-marker-hypothesis.